top of page

Un po' di graphic novel, consigliati

Quattro graphic novel molto belli.

di Brett Jordan da Unsplash


Craig Thompson


Blankets è un romanzo di formazione a fumetti. Disegnato splendidamente, dato che Craig Thompson è uno dei pochi fumettisti in grado di far vedere e percepire le cose che accadono: i silenzi, il cambiare idea durante un dialogo, l’innamorarsi. Ed è importante, dato che è proprio mentre accadono queste cose che si capisce qualcosa in più di sé, di chi ci circonda e del mondo. Solo che è anche maledettamente difficile: bisogna tenere ai propri personaggi, esserne un po’ innamorati, ma bisogna anche mantenere una certa distanza; ci vuole forse anche un po’ di nostalgia per i primi vent’anni di vita (perché a un certo punto, quando bisogna mantenere dei figli e sbarcare il lunario, accadono sempre meno cose e sempre meno frequentemente), ma non bisogna ripiegarsi su sé stessi, sui propri patemi e rimpianti. Ecco, Thompson ci riesce benissimo, e il risultato è uno dei più bei romanzi grafici di formazione mai scritti, che, se proprio bisogna trovare un difetto, a volte semplifica un po’ troppo la trama delle relazioni umane, la complessità dei rapporti e dei patti non scritti che regolano ciascun incontro. Ma poco male - Enrico Zappatore.



Nick Sousanis


Unflattening di Nick Sousanis, ricercatore della Columbia University, non è un classico graphic novel, né un semplice fumetto, è piuttosto una sperimentazione – oltre a essere una tesi di dottorato – che coniuga in maniera intelligente il lato verbale del linguaggio con quello visivo. La tesi di Sousanis si può sintetizzare con quanto scriveva W.J.T. Mitchell in Four Word and Image: «black marks in a white backgrounds», cioè quando il lato visivo della parola e del pensiero si incastrano perfettamente e risaltano più del suo aspetto puramente verbale, inteso come struttura e significato del linguaggio. Questo si intuisce perché la parola, la lettera, la scrittura vengono percepite prima come immagine e poi come significato. Per esempio, quando si lavora a un testo si lavora anche alla sua “forma” per un primo impatto visivo. Ma il passo in avanti che Sousanis compie è più intricato, perché modella e proietta il linguaggio e il pensiero appunto «in a white backgrounds». Il linguaggio, insomma, ha due rimandi: uno visivo – ciò che immaginiamo ed esprimiamo con le parole – e uno visuale, ossia il modo in cui una parola viene scritta e vista. Ed è proprio questo che si sperimenta in Unflattening, attraverso un effetto rimbalzante di prospettive a spirali: «when taken together as Bakhtin observed , these kaleidoscopic views open our own monolithic and closed world to the great world of one’s own plus the others» – Giorgia Zoino.


Gipi


Più che un fumetto, quello firmato da Gipi (Gian Alfonso Pacinotti) ed edito nel 2008 da Fandango editore, è un romanzo per persone pigre: ci sono le immagini. Un problema medico diventa l’occasione per una lunga confessione in cui l’autobiografia lascia spazio al fantasy, al racconto d’amore, alla narrativa di formazione, al dramma familiare. Il tutto calibrato in una sintesi magistrale; le parole sono sempre piazzate al punto giusto, le pause, gli espedienti grafici si mescolano all’intonazione romanzesca creando un flusso ininterrotto che tiene incollati anche i non addetti ai lavori. Adatto a lunghi viaggi in treno, pomeriggi al parco, dopo cena in cui sei stanco/a di startene al cellulare e quel mattone sul comodino non ti sembra più tanto interessante – Valentina Farinon.


Zerocalcare


Raccontare un lutto è una faccenda spinosa, il rischio della facile retorica e della pesantezza degli epitaffi è sempre dietro l’angolo; se poi si decide di farlo in un graphic novel che cita un sacco di cultura pop (Jurassic Park, Star Wars, Robin Hood e L’Alba Dei Morti Viventi) si è di fronte a un tentativo che ha dell’eroico. Per questo la bravura di Zerocalcare nel combinare questi due aspetti fa invidia – pure a celebri fumettisti come Makkox. Ma di più ancora: Zerocalcare riesce benissimo ad assestare tutti i cazzotti allo stomaco che una storia come questa richiede. Durante la lettura, incalzante e scorrevolissima grazie ai capitoli brevi ma incisivi, si alternano repentinamente sorrisi per la comparsa di personaggi dalle sembianze di Lady Cocca o Jar Jar Binks e nodi in gola impossibili da mandare giù – Alessandro Bongiolo.



Post correlati

Mostra tutti
bottom of page